Archivio di marzo 2015

Orfeo e Euridice al Verdi di Trieste

martedì 17 marzo 2015

Era dal lontano 1995 che non si dava Orfeo e Euridice di Gluck al Verdi di Trieste e noi alla Sala Tripcovich avevamo  avuto l’onore e il piacere di assistere al trionfo di Ewa Podles, uno fra i più strepitosi  contralti mai ascoltati. Il valore dell’ allestimento in scena  negli scorsi giorni a Trieste andava cercato invece nella sua direzione musicale, fra le più interessanti attualmente in circolazione, al di fuori di certe “gonfiature” di alcuni grandi teatri.. . Filippo Maria Bressan a capo dell’Orchestra del  Verdi ha fatto della sua interpretazione un vero cammeo. Leggerezza, trasparenza,rigore tali da far apparire completamente diversa l’orchestra del Verdi abituata a sonorità ben più consistenti quali quelle ottocentesche più generalmente operistiche . Appropriatezza stilistica e aplomb autenticamente barocchi. La versione scelta da Bressan, fra le diverse abitualmente in esecuzione, è la prima, quella di Vienna del 1762, senza balletti e senza la famosa aria per Pauline Viardot “Addio , addio miei sospiri”, aria di grande virtuosismo capace di far risaltare le più ardite acrobazie vocali. Rossana Rinaldi nella parte protagonista, pur non esibendo tali doti ha conferito a Orfeo eleganza e rigore adeguati. Una maggiore varietà nel fraseggio avrebbe reso ancor più incisiva la sua linea melodica . Larissa Alice Wissel era una discreta Euridice mentre MIlica Ilic un Amore decoroso. L’allestimento firmato da Giulio Ciabatti non brillava per originalità ma non disturbava l’occhio. Si basava su modeste differenziazioni quali la luce bianca o i petali di rose rosse sparsi sul palcoscenico nel finale, a testimoniare il trionfo dell’amore di Orfeo sulle tenebre. Purtroppo il tiepido pubblico triestino non è sembrato comprendere a fondo il valore di questo raffinato allestimento, elegante ma contenuto, e privo di quelle vistose note sceniche troppo spesso richieste da certo pubblico. Un allestimento moderno intimistico e minimalista ma pieno di significato.