Il lago dei cigni al Regio di Parma
mercoledì 7 maggio 2008Il Lago dei cigni è indubbiamente il balletto più rappresentato in tutto il mondo e conseguentemente è anche quello che rischia di non coinvolgere non solo chi ne ha viste diverse edizioni ma anche i neofiti. Parmadanza che da anni presenta al Regio un festival di tutto rispetto in campo nazionale, ha pertanto deciso di inaugurare lo scorso sabato con il debutto italiano della tournée del Kirov di San Pietroburgo già anticamente detto teatro Mariisnkij. Come dire vi portiamo a Parma quello che è ritenuto il più grande corpo di ballo del mondo nel suo maggiore cavallo di battaglia. Alcuni obietteranno che è il Bolshoi e sotto alcuni punti di vista può essere vero, ma la grande tradizione delle migliori étoiles viene proprio da San Pietroburgo. Tre nomi Makarova, Nureyev, Baryshnikov, ossia la storia della danza classica. A partire dagli anni sessanta tali danzatori diffusero in occidente l’aura magica del grande balletto classico ottocentesco con uno charme e insieme un rigore neppure lontanamente concepibile al di fuori dell’est europeo.Oggi molti anni sono passati e diversi sono gli allestimenti visibili sulle scene italiane e straniere dove si cerca di filtrare con il gusto contemporaneo l’antico capolavoro di Petipa e Ivanov.Konstantin Sergeev firmò l’allestimento e la coreografia nel 1950 che ci viene oggi consegnata con i costumi di Galina Solveva e le scene di Simon Virsaldze. Un’edizione piuttosto alleggerita in tre atti anziché quattro come siamo abituati a vedere ad esempio nell’edizione scaligera di Nureyev, con diversi tagli di tradizione ma decisamente esaustiva e affascinante in alcuni tratti inconfondibili. Se la prima scena nel Parco del castello del principe si lascia vedere discretamente, è con la prima entrata dei cigni che lo charme tutto originalmente russo ci ammalia definitivamente.Che importa se pochi istanti prima sullo sfondo della scena passavano dei cigni meccanici piuttosto rudimentali e neppure troppo ben illuminati? Che importa se le scene fatta eccezione per il secondo atto sono solo dipinte? L’entrata dei cigni è quasi perfetta come ciascuno se l’è immaginata in cuor suo. Le danze al castello sono poi autenticamente di carattere come ad esempio quelle ungheresi e spagnole. Nell’ultimo atto che ricordiamo prevede il finale lieto, che personalmente riteniamo non autenticamente ciaikovskiano, compaiono anche diversi cigni neri secondo la tradizione russa, attualmente anche ripresa nell’edizione scaligera a firma Bourmeister.Alina Somova era Odette-Odile: assai bella, molto giovane, ottima promessa, fisico ancora acerbo,interpretazione da perfezionare, ma quasi sicuramente in futuro grande étoile. Al suo fianco Leonid Sarafanov assai meno bello ma sempre virtuoso e preciso, ricco di preziosismi e particolari raffinati. Assai virtuoso anche il Giullare di Andrei Ivanov e persuasivo il Rothbart di Ilija Kuznetov.La direzione di Michail Sinkevic ha messo in evidenza gli aspetti migliori dell’Orchestra del Teatro Regio. Un’ edizione che avrà fatto sognare molti.