Mariella Stuarda a Verona
domenica 4 maggio 2014Quasi tutti i melodrammi ottocenteschi sono stati composti per il trionfo delle primedonne. Maria Stuarda di Donizetti più di altri, vuole evidenziare la competizione per la supremazia fra Elisabetta e Stuarda. Da un lato il carattere prepotente e imperioso di Elisabetta la grande dall’altro l’atteggiamento apparentemente sottomesso ma in realtà anch’esso altero e vendicativo oltre che permaloso, della grande regina di Scozia che viene mandata a morte ingiustamente da Elisabetta. Nell’allestimento andato in scena al Filarmonico di Verona con la regia di Federico Bertolani funzionava tutto o in gran parte. In primis le due primedonne che pur appartenendo a due generazioni diverse si contendevano da grandi la supremazia belcantistica. Da una parte Sonia Ganassi che conquistato un medium da vero mezzosoprano sfoga con facilità nell’acuto grande sicurezza omogeneità e pastosità in tutta la gamma. Dall’altro Mariella Devia che ancora una volta supera se stessa non solo in una vocalità sbalorditiva che non da cenni di cedimenti. Soprano rafforzato anche nelle zone gravi tradizionalmente delicate nei soprani originariamente leggeri, ma trasformata in vero drammatico di agilità dove i sovracuti continuano ad essere sfavillanti. Messe di voce smorzati rinforzati fiati interminabili e quant’altro la tecnica belcantistica più sorprendente può rivelare non però come tecnica fine a se stessa ma al frutto della più pura espressività. Il tenore Dario Schmunk appariva in difficoltà in particolare nella prima parte della serata per poi migliorare nella seconda. Ottimo Marco Vinco come Giorgio e Gezim Myshketa come Cecil. La direzione di Sebastiano Rolli pur rispettando le esigenze del canto non sembrava brillare per originalità interpretativa e soprattutto non cogliere quel senso drammatico che il melodramma richiede quasi sempre. La regia di Bertolani basandosi essenzialmente sulle efficaci scene di Giulio Magnetto dava una buona resa del dramma. Trionfo per tutti ma in particolare per le due primedonne.