Virginia Raffaele a Udine

“Difficile far piangere ma più difficile far ridere” recita un vecchio concetto teatrale ma sempre attuale. Virginia Raffaele la giovane comica romana trionfatrice televisiva sanremese non ha certo di questi problemi perché la vis comica ce l’ha nel sangue. Artista poliedrica di provenienza familiare circense ha molte frecce al suo arco : di bella presenza , di buon carisma senza dubbio. Si può permettere dunque di non tenere troppo in considerazione i diktat della comicità imperante di stampo convenzional radical chic ma soprattutto politically correct alla Paolo Rossi o meglio alla Lella Costa per intendersi. Certo un personaggio come Francesca Pascale , l’ultima fra le celebre amanti del Silvio nazionale non poteva mancare, ma l’obiettivo della Raffaele non è certo la satira politica e gliene dobbiamo dare atto. Piuttosto quella di costume basata sui personali tics di celebri personaggi come ad esempio Carla Fracci di cui la Raffaele ha per la prima volta osato toccare l’icona. Bianchi gli abiti per svecchiare anche con il classico chignon delle bambine delle scuole di danza, trucco marcato ma soprattutto braccia sempre allungate a cigno nonostante la schiena rigida, quarta posizione sempre ostentata . Viene riservata la scena finale alla Fracci: comica, dinoccolata alla Totò con rara tecnica attoriale. In più quella punta di cattiveria con frasi come”la danza è sofferenza” infarcite alle giovani allieve da ogni maestra di danza di vecchia generazione. O il ribrezzo davanti a un mazzo di fiori non abbastanza importante a riconoscimento della propria celebrità. Azzeccatissimo è stato il titolo Performance scandito ripetutamente con accento filoamericano come per ridicolizzare se ce ne fosse ancora bisogno, tanti spettacoli di danza triti e ritriti esibiti frequentemente come perle di teatro danza. Certo in alcuni momenti il tono non è sempre allo zenit ma anche il coté patetico- sentimentale non è mancato ad esempio nel personaggio fondamentale della poetessa transessuale Paola Gilberto Do Mar con la sua scomoda e vilipesa identità sessuale. Da non dimenticare anche Ornella Vanoni con il suo grande fascino retrò e la sua spiccata personalità non meno che una Belen Rodriguez costantentemente piegata all’indietro sulle reni ma soprattutto su tacchi vertiginosi. Belen comoda, nel distendersi sulle poltrone già occupate da spettatori naturalmente di sesso maschile. Da non dimenticare soprattutto la bella vocalità sensuale esibita dalla Raffaele nell’imitazione ad esempio della cantante Emma dai capelli color elettrico. Grande trionfo con applausi a scena aperta.