Trovatore a Trieste

Il trovatore è l’opera italiana romantica per eccellenza anche se alcuni puristi germanisti ammettono questa definizione solo per opere tedesche come quelle di Weber e poi di Wagner. Nell’immaginario collettivo vi è infatti il soprano che ama il tenore ,amore poi contrastato dal baritono. Il finale è quasi sempre una tragedia . In tutto questo quadro Trovatore vi rientra perfettamente. L’allestimento del teatro sloveno di Maribor a firma di Filippo Tonon, non aveva troppe pretese ma non era neppure fastidioso come oggi accade ormai spesso con registi poco rispettosi dei testi . Tonon, che firmava anche scene e luci, cadeva però troppo spesso in una gestualità antica e desueta. Adeguati invece i costumi di Cristina Aceti. Giocoforza l’attenzione si concentrava dunque sull’aspetto musicale che, tutto sommato si manteneva su un livello discreto e superiore a quello di tanti teatri di maggior spicco internazionale . La direzione di Francesco Pasqualetti pur non essendo di grandissimo rilievo, ben adattava l’orchestra alle reali esigenze dei cantanti. Si sarebbe apprezzata una maggiore cura nella riapertura dei numerosi tagli e in particolare dei ballabili che nel Trovatore hanno un senso più che significativo. Ottimo protagonista è stato Antonello Palombi dall’ampia e squillante vocalità tenorile. Anche la Leonora di Marily Santoro pur di un colore vocale un po’ leggero per la parte, si distingueva per linea di canto agile e intonata oltre che ben colorita. Il Conte di luna di Domenico Balzani si faceva ben valere anche se non troppo corposo nei centri. Milijana Nikolic era invece una Azucena convincente anche se un po’ generica nell’impostazione interpretativa . Ottimo scenicamente e vocalmente il Ferrando di Vladimir Sazdovski. Di rilievo anche la prova del coro del Verdi che quasi mai delude. Trionfo per tutti alla prima.