Traviata al Verdi di Trieste
Concludeva la stagione del Verdi di Trieste la nuova produzione di Traviata di Giulio Ciabatti accolta alla prima da un notevole successo di pubblico. Da parte nostra possiamo dire che trattasi di uno spettacolo classico, tradizionale,di concezione piuttosto antica. Può andare benissimo per chi non è solito frequentare il teatro lirico, ha letto il libretto, e vuole ritrovare in teatro ciò che ha scritto il librettista. Il che non è poco. Una scena ben lontana da quelle minimaliste, attualmente in voga ma neanche troppo ricca e lussuosa secondo Zeffirelli o altri registi tradizionali. La concentrazione del critico era dunque rivolta al lato musicale e a dire il vero non ce ne siamo affatto dispiaciuti. L’orchestra appariva in buona forma sotto le cure di Pedro Halffter Caro, pur non avendo una tavolozza dinamica ricchissima. Il direttore faceva risultare la partitura verdiana con eleganza ma senza quel dettaglio dell’arte del recitar cantando segreto ormai di pochi direttori di tradizione. La protagonista Gilda Fiume pur non in possesso del phisique du role dipanava in ogni sua parte l’impegnativa tessitura di Violetta senza alcuno sforzo. Siamo certi che con la maturità riuscira’ anche a dare alla sua Violetta uno spessore interpretativo di tutto interesse. Il tenore Luciano Ganci è stato un Alfredo di sicura affidabilità e calore passionale . Meno convincente sul piano strettamente vocale Filippo Polinelli come Germontparte scritta da Verdi con grande attenzione e che spesso risolleva le altalenanti prestazioni dei colleghi.. Buoni anche i comprimari e il coro.