Tod in Venedig alla Fenice
Il Teatro alla Fenice ha una tradizione di grande raffinatezza. In questo inizio d’autunno ci presenta una vera chicca: Hamburg Ballett con Tod in Venedig, una danza macabra di John Neumeier come recita la locandina. I ballettomani che ci seguono numerosi, sapranno indubbiamente che l’originale coreografo di Milwaukee ma da molti anni trapiantato in Germania, ha iniziato già nel 1983 a rappresentare a Venezia creazioni come La Passione secondo Matteo. Morte a Venezia è una novità assoluta per l’Italia pur essendo stata creata nel 2003. Il personaggio di von Aschenbach diventa qui un coreografo tormentato alla continua ricerca della perfezione non più uno scrittore come nel film. Affascinato dal personaggio di Federico Il Grande ma in maniera diversa da Tadzio, è infelice e roso dall’insoddisfazione fino alla morte. Neumeier pur tessendo il suo discorso sulla linea del grande film di Visconti, se ne discosta non poco a partire dalle musiche non mai di Mahler, ma esclusivamente di Bach e di Wagner. Si raffigura così l’eterna insoddisfazione di un artista coreutico, spezzando in continuazione l’azione con improvvise sospensioni provocate dal buio immediato sulla scena. Grandi silenzi o meglio pause interrompono la narrazione coreografica volutamente quindi spezzettata e frammentata. Ma l’adolescente Tadzio è qui un uomo già formato e dalla possente muscolatura non più un giovane imberbe come nel film. Quasi inesistenti i personaggi femminili raggruppati in un’unica interprete Joelle Boulogne, per la verità piuttosto brava. Vero protagonista contorto e introverso è Lloyd Riggins. Ivan Urban un affascinante Federico il Grande circondato dai continui ricordi dei balli di società sempre brillanti e vivaci ma mai soddisfacenti sia pure nei ricordi di Aschenbach. Notevole il pianismo di Elisabeth Cooper. Ricordiamo che le scene e i costumi, quanto di più adeguato alle rarefatte atmosfere del testo di Mann erano dello stesso Neumeier e di Peter Schmidt. Grande successo per un balletto che speriamo vedano in molti anche in altri teatri.