Otello rossiniano a Losanna
La Rossini renaissance, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è uno fra i pochissimi autentici fenomeni musicali degli ultimi trent’anni. Parallela ad essa vi è stata pure tutta una riscoperta barocca i cui risultati artistici sono sotto gli occhi di tutti anche nelle numerosissime registrazioni video di compositori dimenticati,oggi accessibili ai melomani di tutto il mondo. In tale ottica artistica l’Opéra di Losanna ha prodotto insieme al Rossini Opera Festival e alla Deutsche Oper di Berlino questo Otello già andato in scena a Pesaro e finalmente approdato alla Salle Metropole della elegante città svizzera.
La regia di Giancarlo Del Monaco, pur distinguendosi per originalità, non appariva cogliere nel segno della tragica atmosfera rossiniana. Ci proponeva infatti un’unica scena chiara di ambientazione marina più adatta a un fine settimana in una spiaggia adriatica che alle scure tensioni degli amori fra Otello e Desdemona e alle veneziane lotte di potere del padre Elmiro. Campeggiavano, in movimento continuo tutta una serie di porte azzurre dove Otello e i suoi cloni, già presentati nella sinfonia iniziale, continuavano a passeggiare entrando e uscendo brandendo la lettera ossia la prova del tradimento di Desdemona che la porterà alla morte. La genialità di Rossini consiste spesso nel saper introdurre il comico nel tragico e il tragico nel comico. Probabilmente Del Monaco intendeva rifarsi a questo concetto. Purtroppo il risultato non è stato molto appropriato nel senso che la tragicità dell’opera sembrava spesso volutamente ridicolizzata. Ben diverso il discorso sul piano musicale che con la direzione di Corrado Rovaris con un cast autenticamente rossiniano era stilisticamente appropriato. In particolare il tenore americano si conferma oggi come uno fra i più autorevoli in campo internazionale e non solo nel repertorio rossiniano o belcantista
avendo già trionfato nel Vampiro di Marschner al Comunale di Bologna. Voce uniforme in tutti i registi e solida tecnica lo rendono oggi un splendido baritenore sull’onda dei grandi Merritt, Kunde, Ford che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in questo stesso ruolo. Forse un maggiore abbandono lirico verrà conquistato con il tempo. Il Rodrigo di Maxim Mironov anche se un po’sbiancato in certe zone acute, soddisfaceva per eleganza e sicurezza di fraseggio. Convinceva invece totalmente il tenore cinese Shi Yijie che con timbro autorevole e padronanza stilistica, rendeva credibile lo scomodo e ostico personaggio di Iago. Giovanni Furlanetto nell’odiosa parte di Elmiro dava un bel taglio virile all’antipatico padre di Desdemona. La Desdemona di Olga Peretyatko appariva assai sicura e precisa in ogni registro vocale anche se speriamo possa conquistare in seguito una maggiore varietà di sfumature. Professionale e sicura la tenuta dell’Orchestra e del coro dell’Opéra di Losanna con Corrado Rovaris alla direzione.