le basabanchi

Un ‘iniezione di positività di allegria e di ottimismo quella di Le Basabanchi di Alessandro Fullin andato in scena al teatro La contrada di Trieste pochi giorni fa e in attesa di circolare in tournee già dai prossimi giorni. Il testo e’ambientato all’indomani dell’8 settembre del 1943 a Trieste. Con grande leggerezza intelligenza obiettività e serenità Fullin affronta il problema di momenti terribili per un ‘Italia che una volta di più si presentava come un paese traditore dei propri ideali, dell’alleato, del proprio esercito e di chi aveva creduto in essi. Prendendo dunque le giuste distanze da una certa realtà con un argomento spinoso e sempre presentato con scarsissima buona fede ,troppo spesso strumentalizzato a biechi fini politici. Ebbene Fullin con grazia riesce ad introdurre una visione scherzosa e sdrammatizzante all’interno di un triste periodo di guerra tradimenti e voltafaccia di ogni tipo. Il dialetto triestino fa da protagonista con ogni genere di gags che naturalmente si basano anche su argomenti a sfondo sessuale. Mai la volgarità o la scurrile comicità soprattutto televisiva ormai imperante, riescono a sporcare la leggerezza di Fullin. Ariella Reggio da sempre un ‘attrice comica che avrebbe meritato ben altro rilievo nazionale, ma si sa purtroppo Trieste non è Roma nè Napoli in quanto città sempre defilata da certi giri politici predominanti e ormai imperanti. Come la grande Franca Valeri ci ha insegnato la vera vena creativa non ha necessità di politica ne di radical chic né di vetusti luoghi comuni ormai triti e ritriti. . La partecipazione del pubblico del teatro La Contrada ci ha molto colpito in quanto assai lontana dalle solite prime di certi teatri nazionali ormai intrisi di vetero impegno radical chic. Uno spettacolo onesto e sincero consigliabile agli spettatori di ogni età.