Kaufmann Netrebko Eyvazov a Lubiana

Che il festival di Lubiana fosse una grande realtà europea nessuno lo poteva mettere in dubbio già da anni . Che riuscisse ad infilare due perle quali Netrebko e Kaufmann nel giro di pochi giorn,i è però una realtà da far invidia a festival ben più popolari ed antichi come ad esempio quello di Salisburgo. Contrastando le stupide mode intellettualistiche della solita parte politica imperante ormai in Italia da troppi anni, che non vedono di buon occhio concerti incentrati su famose arie operistiche ma preferiscono evitarli, Lubiana ha presentato la coppia Anna Netrebko Yusif Eyvazof con l’Orchestra Filarmonica Sloven diretta da Michelangelo Mazza in un concerto prevalentemente verdiano. La signora Netrebko si presentava iniziando in forma smagliante  con “Tu che le vanità”, una fra le più temibili arie del repertorio verdiano, mentre Eyvazov con la grande scena di Alvaro dalla Forza del destino. Ma la più eccezionale interpretazione della grande scena di Rusalka rivelava sfumature e colori nella  pagina di Dvorak  assai difficili da sentire da altre interpreti. La coppia si è anche cimentata in pagine non più così popolari come un tempo come ad esempio” Non ti scordar di me” di Curtis. Il grande duetto dalla Butterfly ha concluso poi il concertone che inizialmente funestato da un temporale è terminato poi nel migliore dei modi con diversi bis. Il tenore Eyvazov non particolarmente amato dai loggionisti scaligeri solo per il fatto di essere marito di Anna Netrebko è apparso assai migliorato e confermato nella tecnica e nella dizione oltre che nell’impostazione vocale. Volendo parlare di Anna Netrebko bisogna solo far attenzione a non esagerare nelle lodi. In lei la facilità dell’emissione nel canto si completa con una tecnica che le permette di terminare un concerto dando l’ impressione di poter ricominciare un altro senza alcuno sforzo. Cosa possiamo dire di Jonas Kaufmann che non sia stato ancora detto? Il concerto dell’ottima Orchestra sinfonica Slovena diretta da Jochen Rieder il 26 agosto ha affrontato un programma particolarmente impegnativo, incentrato nel repertorio italiano e francese. Il grande tenore bavarese ha dimostrato così ancora una volta non solo la sua versatilità ma anche l’appropriatezza dello stile interpretativo pèrfettamente calzante sia nel verismo italiano come in quello francese. Morbidezza dell’emissione e pulizia dalle incrostazioni e dagli accenti veristi permettono al tenore drammatico di far risplendere la linea musicale più intatta e pura senza alcun appesantimento. In particolare abbiamo apprezzato la prorompente drammaticità della romanza di Turiddu o della romanza del fiore dalla Carmen di Bizet. Ma è stata l’impegnativa “O souverain ” da le Cid di Massenet che ha permesso a Kaufmann di dipanare forse la più spettacolare ed intensa delle sue interpretazioni. L’ acclamazione finale ha consentito a Kaufmann non solo di esibirsi in diversi bis fra cui “E lucean le stelle” ” due pezzi di Franz Léhar fra cui “Dein ist mein henzes Herz” e ancora  “Non ti scordar di me”, “Core n, grato”e ancora Nessun dorma. Unica osservazione finale : perchè niente Wagner ?