Giovanna d’Arco
Giovanna d’Arco è spettacolo ideato in sostituzione di una produzione annullata per motivi finanziari e allestito con materiale scenico già preesistente e riciclato per l’occasione con la regia di Fabio Ceresa e la direzione di Riccardo Frizza. Il giovane non è più solo una promessa nell’attuale panorama direttoriale. La sua direzione è stata rivelatrice di una partitura da noi già ascoltata ma che appariva qui ricca di colori e sfumature inedite. Una lettura leggera e precisa d’impronta piuttosto belcantistica che si allontanava da impeti naif per presentare piuttosto nuances notturne e soffuse, lontane dalla classica estetica degli “anni di galera” verdiani. Jean François Borras era un Carlo VII dalla dizione chiara e precisa e dalla bella cavata. Il baritono Julian Kim nella impegnativa parte di Giacomo, soddisfaceva pienamente chi ricercava un bel timbro verdiano anche se il giovane interprete ha ancora un po’ di strada da percorrere. Jessica Pratt che è pure una serie professionista, mancava ancora una volta l’obiettivo di dimostrarsi un’interprete significativa. Nel difficile ruolo di Giovanna cercava di dare il meglio di sé ma la tessitura la vedeva spesso in difficoltà e priva di quella sicurezza e disinvoltura non solo verdiane ma anche autenticamente belcantistiche. Grande successo per entrambe le repliche cui abbiamo assistito nell’atrio del palazzo Ducale di Martina Franca. Ancora una volta l’assioma secondo il quale con pochi soldi spesi si ottiene uno spettacolo scadente è stato smentito.