Francesco Meli Luca Salsi alla Fenice

Un luglio di rinascita quello del teatro Alla Fenice che si è felicemente concluso con un concerto vocale dal programma attualmente piuttosto insolito anche se molto popolare nei cartelloni del tempo andato.  Il pianista Davide Cavalli al centro della platea del prestigiosissimo teatro veneziano si è cimentato nell’esecuzione di due impegnativi pezzi della lettereatura pianistica. L’Etude op. 2 n. 1 di Scrjabin ,dai soffusi chiaroscuri estetizzanti mentre le Funerailles dalle Harmonies poétiques et religieuses di Franz Liszt evidenziavano invece gli aspetti più virtuosistici del pianismo ottocentesco espresso in questo caso con una contenuta eleganza. Per il resto il concerto si dipanava su alcuni fra i più celebri duetti verdiani in particolare da Don Carlo, Ballo in maschera, Forza del destino, e Otello. Francesco Meli e Luca Salsi pur cimentandosi attualmente nel repertorio verdiano nei maggiori teatri italiani ed esteri non sarebbero stati in passato classificati come “verdiani”. In particolare Meli proviene da una prima parte della carriera di impostazione belcantista soprattutto rossiniana e lo ha ben dimostrato nell’accurato uso delle dinamiche sfumate e delle agilità nel dettaglio dei bis rossiniani dal Barbiere e nella Furtiva lacrima donizettiano presentata come ultimo bis. Ciò non toglie che la corretta impostazione e il senso della frase e degli accenti non prevalevano su alcuni passaggi compiaciuti. Anche il baritono Luca Salsi mancava talvolta di quell’arroganza e di quell’ alterigia  autenticamente verdiana tipica di certi grandi interpreti del passato.  Apprezzabile invece l’eleganza del fraseggio e la morbidezza dell’emissione. E’stato proprio nell’esecuzione del bis rossiniano tratto dal duetto del Barbiere (all’idea di quel metallo..) che Salsi ha dimostrato non solo facilità nelle agilità rossiniane ma anche un bel colore brunito e uno slancio molto belcantista. Pregnante anche la sua esecuzione della canzone di Tosti : L’alba separa dalla luce l’ombra. Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di futuri concerti vocali operistici non solo alla Fenice ma anche in altri teatri. Cordiale è stata poi l’incontro con gli artisti nella calle prospiciente al teatro.