Dittico al Malibran di Venezia

Diario di uno scomparso di Janacek e La voix humaine di Francis Poulenc non sono certo un dittico comune sulle scene liriche. Ma si sa che la Fenice ha sempre amato sfide non facili e anche accostamenti inediti. il Diario di uno scomparso di Leos Janacek è una vera chicca di rarissimo ascolto mentre la Voix Humaine di Francis Poulenc è ormai un cavallo di battaglia di diverse primedonne fra cui possiamo citare anche Tiziana Fabbricini, che abbiamo visto molto più a suo agio in questo che in altri ruoli. I due monologhi non sono solo di compositori molto diversi ma appartengono a due epoche e due mondi artistici piuttosto lontani. Mentre infatti il Diario fu rappresentato nel 1921 per la prima volta, La voix Humaine data la sua prima rappresentazione nel 1959 su testo del celebre Jean Cocteau. Il giovane e ci auguriamo per lui emergente regista Gianmaria Aliverta trova in questo suo recentissimo debutto al teatro Malibran una buona occasione per dimostrare una certa coerenza nell’accomunare due situazioni drammaturgiche opposte. Nel Diario di uno scomparso, la storia del protagonista Jan giovane contadino cha perso la testa per una zingara viene visto a ritroso da un commissario che indaga nella stanza da letto scena del delitto. L’abbandono della donna di Jan era avvenuto proprio attraverso l’ultima telefonata che la protagonista compie nella Voix Humaine al suo amante che l’aveva abbandonata. Nella prima opera vi è quindi un protagonista maschile e nella fattispecie il giovane tenore Leonardo Cortellazzi che al di là di una credibile e ottima presenza fisica, ben sa dipanare l’impegnativa tessitura dimostrando controllo totale dell’emissione delle dinamiche. Nella Voix Humaine la brava e più volte da noi lodata Angeles Blancas Gulin dimostra correttezza tecnica e vocale, ma non quello spessore interpretativo che avremmo voluto poter paragonare ad alcune grandi del passato. Di rilievo l’interpretazione pianistica di Claudio Marino Moretti nel Diario di Janacek . Discreta anche la direzione di Francesco Lanzillotta. Buone Le scene moderne di Massimo Checchetto e gli adeguati costumi di Carlos Tieppo. Ottimo successo di pubblico alla prima .