Death in Venice alla Scala
Quante volte parlando con amici a proposito di un film tratto da un romanzo abbiamo sentito affermare:”E’ migliore il libro del film”. Quasi sempre la risposta rispondere a questa domanda verterà a favore del libro, in quanto la fantasia sprigionata nel lettore dalla lettura di un romanzo non incontra le difficoltà pratiche che esistono nella realizzazione di un film. Nel caso di Death in Venice di Benjamin Britten tratto dal famoso romanzo di Thomas Mann e in scena alla Sxcala ultimamente, il caso è molto simile. L’ultima opera del massimo compositore inglese dovette fin dalla sua genesi confrontarsi con una questione di diritti d’autore legati al film del grande Luchino Visconti. L’autore del celebre film ha reso immortale la storia del nobiluomo Gustav Von Aschenbach e del suo amore platonico per il giovanetto Tadziu. L’allestimento scaligero in scena è firmato dalla validissima Deborah Warner in coproduzione con English National Opera e la Monnaie di Bruxelles riportando così gli spettacoli scaligeri a un altissimo livello. A trentasette anni dalla prima assoluta al Teatro alla Fenice di Venezia, questo nuovo allestimento con la direzione musicale di Edward Gardner restituisce tutta l’essenzialità di una partitura assai scarna e stilizzata dove i rarefatti silenzi rimangono più impressi dei temi musicali ben lontani dal discorso melodico di un tempo. Partitura ritenuta al tempo assai moderna e gradita alla critica più impegnata, affida la propria centralità più allo spazio teatrale che a quello musicale. La regista Warner sembra accentare appieno l’aspetto apollineo più di quello dionisiaco che pure nella seconda parte dovrebbe essere ben presente. Quello di Aschenbach per il giovane Tadziu è un amore tutto interiorizzato. Il lato dionisiaco almeno nella seconda parte è apparso piuttosto assente. La parte danzata che pure non viene sempre eseguita è dipanata molto più sul versante di un semplice gioco fra Tadziu e i suoi amici. Splendidi i costumi di Chloe Obolensky ed essenziali le scene di Tom Pye .Validissimo protagonista John Graham Hall a sostituire il previsto Ian Boostridge.Uno spettacolo decisamente raffinato per palati esigenti.