Chiusura del Festival di Lubiana 2025
In cauda venenum si diceva una volta quando le massime in latino erano di uso corrente anche fra le persone non troppo colte. Il festival di Lubiana non fa eccezione a questa massima e anche quest’anno anno ha presentato una fine festival scoppiettante come un grande spettacolo di fuochi d’artificio. Noi ve ne parleremo nell’ordine di esecuzione. In primis Tosca in forma di concerto con uno fra i migliori cast che si possano oggi ottenere. Sondra Radvanovsky ospite ormai abituale del festival ha rappresentato non solo vocalmente ma anche scenicamente una Tosca palpitante e sicura in ogni suo aspetto. Freddie De Tommaso che sostituiva un indisposto Jonathan Tetelman e’stato per noi una vera rivelazione nella generosa vocalità e nel giovanile slancio che ne fanno un Cavaradossi di tutto rispetto. Bryn Terfel ha impersonato uno Scarpia imperioso e arrogante a dovere. La direzione affidata a Modestas Pitrenas era cosi’teatrale da non far rimpiangere allestimenti scenici di dubbio gusto,cioè a dire che alla luce di un’esecuzione cosi’ trascinante e insieme corretta come quella dell’orchestra sinfonica di Maribor la partitura pucciniana risultava piena di fascino,anche se non eseguita nella sua integrità. Maxim Vengerov e’per noi una vecchia conoscenza in quanto abbiamo potuto ascoltarlo già, dai tempi dei suoi debutti milanesi alla Scala e al Consetvatorio di Milano. L’artista russo gia’da molti anni una stella fra le più brillanti del firmamento internazionale,ha presentato il Concerto di Sibelius in cui ha potuto unire profondità tardo romantica a grande virtuosismo mai fine a se stesso. Kahi Solomnisvili direttore principale della validissima orchestra Slovena ha dipanato con grande raffinatezza la tessitura del toccante preludio di Lohengrin mentre ha potuto sfogare rutilanti effetti sonori nella Quinta Sinfonia di Prokofiev. Ma L’ attesissimo concerto di chiusura con i Wiener Philharmoniker ha superato ogni trionfale previsione, con un programma assolutamente classico teso a sfidare ogni moda passeggera, la massima orchestra viennese ha presentato la 38 esima sinfonia di Mozart in un’esecuzione di rara pulizia e precisione aurea come si confà al più grande Mozart. Nella seconda parte eccezionale e’ stata l’interpretazione della Patetica ciaikovskiana diretta con massima pregnanza e aderenza stilistica interpretativa in ogni sua minima parte da Franz Welser Most. Il lirismo ciaikovskiano come pure gli effetti più trascinanti nell’ultimo movimento non si possono dimenticare. Un direttore non troppo conosciuto o meglio non come meriterebbe in Italia ma che ha saputo aggiungere qualcosa di nuovo alle storiche interpretazione della più tragica delle sinfonie di Ciaikovski. Trionfo finale anche se sarebbe stato graditissimo un bis, ma si sa i Wiener non bissano quasi mai. Un concerto indimenticabile.