L’ennesima edizione di Orfeo e Euridice dirà qualcuno. Ebbene sì, le grandi sfide sono sempre piaciute a Roberto Alagna uno fra i più celebri tenori in circolazione. Ultimamente per la verità un po’ in ombra dalle prime pagine dalle prime pagine delle cronache per diversi motivi. Il fratello del grande tenore franco italiano classe 1963, David Alagna ( ma di sicuro l’ispiratore è Roberto) presenta qui una sua personale e sentita revisione dell’immortale capolavoro di Gluck . Fu infatti Orfeo e Euridice il dramma che segnò la cosiddetta riforma del teatro musicale nel 1774 a Parigi, tanto per cambiare. Furono cosi accantonate tutte le forme e gli stilemi barocchi per rappresentare la realtà e la verità dei sentimenti umani e non più le forme stereotipate del teatro barocco. In verità dell’originale versione di Gluck esistono diverse versioni sia autografe che rimaneggiate Questa firmata da Alagna nonostante una iniziale diffidenza con la quale anche noi stessi ci siamo trovati a fare i conti appare in realtà molto più tradizionale di quella apparsa ad esempio quest’estate al Festival di Martina Franca, a firma di Toni Cafiero,in cui ad esempio la parte principale era affidata a un controtenore. La regia di David Alagna, trasporta l’azione ai giorni nostri e la morte di Euridice è dovuta a un incidente stradale al quale Orfeo riesce a sopravvivere. La forza del suo amore è tale da permettergli di varcare il regno dei morti dove riesce a rivedere l’amata che non dovrà mai guardare direttamente in volto. Purtroppo la fragilità di Orfeo e l’insistenza di Euridice faranno ripiombare il giovane poeta nella morte. Il finale tragico è molto più credibile e attuale di quello lieto che Gluck, costretto dalle convenzioni dell’epoca, fu costretto a comporre. Certo il personaggio di Amore, originariamente un soprano, qui la Guida, è un baritono, un becchino che ha il compito di trasportare il protagonista nel regno dei morti. I morti sono creature fluttuanti, spiriti addormentati senza né dolori né sofferenze. Il ruolo di Euridice pur essendo più acuto in questa versione di quanto sia nella versione originale, è drammaturgicamente più centrale in quanto ella stessa tiene i fili della delicata vicenda. Ciò che conta in definitiva al di là di ammettere chiaramente di aver agito effettivamente sulla drammaturgia, è anche il fatto che questa versione di David Alagna appare come un excursus culturale acuto e moderno in cui si vuole in particolare mettere l’accento sul coté più drammatico della celebre trama. In effetti ciò è tipicamente gluckiano in quanto si avvicina nettamente all’opera di svecchiamento dagli stereotipi barocchi come Gluck stesso operò. Roberto Alagna, vero tenore lirico è qui una vera icona interpretativa ; il suo Orfeo è sensuale, virile e tenero insieme. La sua padronanza della lingua francese in tutte le sue più intime sfumature, la perfetta pronuncia, la musicalità connaturata al senso profondo del canto, lo rendono insostituibile. La modernità e la spontaneità del suo canto mai artefatto rendono plausibile e utile un’operazione come questa. L’Orfeo di Alagna, che questo dvd ci consegna, non solo è una fra le sue migliori prove in tanti anni di carriera, ma è anche una sfida a quanti vorranno interpretarlo in questa versione. Il soprano Serena Gamberoni nel ruolo di Euridice si disimpegna professionalmente come pure Marc Barrard nel ruolo della Guida. Bella fotografia e regia video, una volta tanto in un teatro italiano di grande tradizione come il Comunale di Bologna, con la sua degna Orchestra diretta da Giampaolo Bisanti. Da non perdere.