Napoli milionaria a Martina Franca
Intrigante la scelta di aprire il 36esimo Festival della Valle d’Itria con Napoli milionaria opera scritta da Nino Rota per il Festival di Spoleto nel 1997 e mai più ripresa. Indubbiamente diversa dalla celebre commedia , portata sul grande schermo dallo stesso Eduardo De Filippo già nel 1950, sarebbe potuta a prima vista sembrare una scelta azzardata vista la pluriennale tradizione del festival teso a riportare in vita partiture dimenticate settecentesche e ottocentesche piuttosto che contemporanee. La nuova direzione artistica di Alberto Triola succeduto a Sergio Segalini dopo 16 anni è apparsa in definitiva più che motivata non solo per l’originalità e il coraggio dell’accurata scelta ma anche per l’apprezzabile produzione come pure per la qualità del cast nel suo insieme. Nino Rota celebre compositore di musiche da film e di balletti ben lontano da certa intellighentia critica e letteraria pagò l’allontanamento di questa sua importante opera dal mondo della lirica nonostante il favorevole esito del pubblico che a Spoleto stessa applaudì l’opera. In questa partitura non vi sono dissonanze e dodecafoniche astrazioni. Rota fa sue continue citazioni sia di compositori “elevati” come pure di musiche meno colte ma assolutamente popolari sia locali come pure internazionali. Il libretto di De Filippo appare nell’opera molto più orientato sul lato drammatico piuttosto che su quello anche comico e sentimentale che appare nel film del 1950 o nella commedia del 1945. Una semplicità, una spontaneità quella di Rota in cui manca quella vena di melodia immediata e riconoscibile presente ad esempio nel balletto